In teoria il peggio dovrebbe essere passato, dopo che il paese si è lasciato alle spalle otto anni di piani di salvataggio ed ha rispettato tutti i vincoli fissati da Bruxelles. D’altronde qualcuno oggi, ne sente più parlare?
La realtà dei fatti però, quella che si respira per le strade di Atene, è meno rasserenante di quanto si possa pensare.
La sanità è al collasso, le forze dell’ordine non riescono a garantire standard di sicurezza adeguati, l’immigrazione di massa ha colpito molte aree del paese, in particolare alcune isole. Nella stessa capitale, la situazione si è fatta difficilissima, i giovani sono costretti a salari bassi e si adattano facendo più lavori, gli affitti aumentano sempre più per l’arrivo degli stranieri, tutta la classe media è impoverita, i pensionati sono soggetti a continui tagli alle loro pensioni e le mense di strada, per aiutare gli indigenti, aumentano in modo esponenziale.
A causa di questa situazione così grave molti greci si sono visti costretti a prendere decisioni drastiche ma necessarie: la scelta di non aver più figli e quella di lasciare il proprio paese.
Secondo i dati raccolti dall’Ekke (Centro Nazionale di Ricerca), la popolazione greca negli ultimi 6/7 anni è diminuita di circa 350/360mila persone. Tutto ciò rappresenta la punta di un iceberg, infatti secondo stime approssimative, nei prossimi 50 anni, la Grecia rischia di perdere la metà della sua popolazione.
Un incubo senza fine, a cui qualcuno dovrà pur dare risposte.